Piangere fa bene!

01-02-2022

Piangere fa bene!

Provate a smettere di piangere per i vostri cari: ne sareste capaci?

Chiunque abbia vissuto l’esperienza del lutto, sa che è quasi impossibile.

La verità è che spesso, quando piangiamo, ci sentiamo “sbagliati”: eppure, la parola “lutto” deriva dal latino “lugere”, che significa “piangere”

In passato, la morte stravolgeva in modo esplicito e durevole la vita dell’intera comunità, tanto che le lacrime erano un vero e proprio “accompagnamento rituale” durante i funerali. Ad esprimere la sofferenza dei superstiti con lamenti e canti di elogio per il defunto, erano le cosiddette “prefiche”, donne scelte (e pagate) appositamente per piangere durante il rito funebre.
Le prefiche trasformavano il pianto in un tributo collettivo, che onorava la memoria della persona scomparsa e consentiva ai dolenti di esternare pubblicamente e senza tabù la propria disperazione.
Piangere era una narrazione condivisa d’amore e di dolore, un momento di consolazione reciproca, in cui tutti abbandonavano ruoli ed etichette, diventando – semplicemente - esseri umani che soffrivano per la perdita di un altro essere umano.

Le lacrime, quindi, erano l’espressione naturale di una sofferenza socialmente accettata.

Oggi, al contrario, viviamo in un mondo che non lascia spazio a ciò che, pur facendo parte della vita viene nascosto, ossia la morte.
E, proprio perché quest’ultima non è più contemplata dalla nostra società, ci sentiamo sbagliati se soffriamo per la perdita di una persona amata.

Quante volte ci facciamo condizionare dai pregiudizi e ci diciamo: “Forse non dovrei piangere così tanto. Non è sano. Non è normale”!
Bisognerebbe invece riscoprire l’importanza di esprimere i propri sentimenti, dando dignità alla nostra sofferenza.

Le lacrime raccontano storie d’amore: ascoltiamole.

Piangendo, laviamo via dalla nostra Anima il dolore, almeno per un po’.

Nessuno dovrebbe mai vergognarsi delle proprie lacrime, ma considerarle come la tappa di un viaggio in cui cadiamo e ci rialziamo continuamente.

Il pianto non denota debolezza, ma dimostra quando siamo sensibili, capaci di amare e in grado di ricordare.
E le lacrime - quelle lacrime di cui a volte ci vergogniamo - sussurrano al cuore ciò che troppo spesso viene dimenticato: la nostra forza nascosta, che qualche volta ha semplicemente bisogno di fermarsi, riprendere fiato e ricominciare il cammino della vita.


Di Mafalda di Gennaro - Esperta tanatologa e consulente di Trigesima - Il Fiore del Ricordo

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