Come riordinare i vestiti rimasti

01-03-2022

Come riordinare i vestiti rimasti

Tra le varie “incombenze” derivanti dalla morte di una persona amata, una delle più sottovalutate ma non meno importanti è la gestione dei vestiti del defunto.
Decidere cosa fare del vestiario del proprio caro, infatti, provoca in chi resta sentimenti contrastanti.

In genere, due sono i comportamenti che potrebbero avere conseguenze sull’elaborazione del lutto: agire in tempi immediati (subito dopo il decesso); o agire in tempi “congelati” e cioè, mai (tutto resta intatto, come quando la persona era viva).

Disfarsi del vestiario di un defunto subito dopo la sua morte può essere una scelta naturale ma impulsiva che, in futuro, può portare a pentirsi di non aver conservato un ricordo dello scomparso.
Al contrario, “congelare” gli abiti dei nostri familiari lasciandoli intatti, può apparire una forma di rispetto per la loro memoria. Eppure, sembra quasi un tentativo di fermare il tempo, mentre il lutto è un percorso e non può essere elaborato se si fissa nell’illusione di una eternità materiale, anche se ci dà conforto.

Ecco dunque alcune semplici strategie per superare questo momento di transizione.
Proviamo a toccare un vestito, una sciarpa, un cappello, accettando tutte le nostre reazioni, accogliendo tutte le emozioni che arriveranno dal quel tocco. Non colpevolizziamoci, non sentiamoci strani: nessuna di esse è sbagliata.
Mentre tocchiamo uno dei vestiti, proviamo ad associarlo ad un ricordo positivo e cerchiamo dentro di noi la sensazione di gioia che ci lega a quel particolare momento (ad esempio: il cappello che nostro nonno usava quando si andava a pescare insieme).
In questo modo, il capo di vestiario non è più una “bomba ad orologeria” emotiva, ma può diventare il simbolo di un gioioso passato condiviso.

Successivamente, si può iniziare a fare una piccola cernita, da soli o insieme ad un familiare o a un amico in grado di condividere con noi l’importanza di questo “rito di passaggio”.

Possiamo scegliere di tenere per noi i capi di vestiario significativi, o darli ad un parente che aveva un legame particolare con la persona scomparsa e desidera conservarne un ricordo.

Valutiamo poi con calma da quali vestiti possiamo separarci. Una buona occasione per trasformare la sofferenza in qualcosa di altruistico è regalarli a chi ne ha bisogno. Donare è un gesto di altissima nobiltà morale ed è il modo più amorevole per far rivivere i valori di chi non è più fisicamente accanto a noi.

Infine, consideriamo se c’è qualcosa che non può essere né conservato né regalato, ma deve essere buttato. Non è facile, ma facendolo possiamo imparare una preziosa lezione, e cioè “lasciare andare”.

Al di là di ogni consiglio, occorre ribadire che ciascuna sofferenza è una storia a sé, e non esiste un modo migliore o peggiore di vivere la perdita.
Quello che si può fare è prendersi i propri tempi e ascoltare il proprio cuore.
E, al momento giusto, onorare i nostri cari cercando di dare spazio anche a noi stessi, per poter rinascere dalle ceneri del nostro dolore.


Di Mafalda Di Gennaro - Esperta tanatologa e consulente di Trigesima - Il Fiore del Ricordo

ALTRI ARTICOLI:

02-03-2023

Partecipa alla vestizione del tuo caro!

Leggi

16-01-2023

La morte cambia estetica

Leggi

31-10-2022

2 Novembre: Come ricordare i nostri defunti

Leggi