La comunicazione continua

12-03-2022

La comunicazione continua

Se per comunicazione si intende relazione, questa rimane anche dopo la Morte.
Ciò è possibile se si considerano due fattori principali: il tempo e il modo di comunicare.

Frasi come "non ti preoccupare, io ci sono", o "se hai bisogno chiamami" sono il porto sicuro nelle relazioni affettive.

Con la Morte, il dialogo a cui si è abituati viene bloccato e cosi anche la nostra routine relazionale, le sicurezze, le informazioni custodite l'uno dell'altro.

Si dice che il cambiamento è graduale. Più che il cambiamento, è la sua coscienza ad essere graduale in certi casi, perché necessita di alcuni passaggi.

Si stimano intorno ai 12-24 mesi per attraversare il lutto.

In questo tempo la comunicazione inizia a cambiare.

Nel primo periodo si usa per lo più un linguaggio che parla di mancanza, si parla al passato, dei ricordi. Ci ritroviamo tra le mani "i suoi oggetti", e mentre la ragione dice di buttarli, l'emotività ci tiene legati quella cosa.

Il tempo passa.

E ci accorgiamo che alcune abitudini devono essere cambiate, come l'istinto di fare una telefonata per comunicare una notizia importante.

Ma la comunicazione finisce davvero?
In realtà no, non si è mai interrotta.

La resistenza dovuta al rifiuto di quanto è successo, lascia il posto alla rabbia che offusca i pensieri e si convive con la necessità di andare avanti per non perdere ciò che abbiamo costruito.

Ci si accorge che certe frasi che diciamo sono "sue" e risuona l'eco della sua voce.

Qualcosa è rimasto. Certe abitudini e modi di fare, espressioni e addirittura le cose su cui prima si entrava in contrasto, oggi sono utili per ricordarci che la comunicazione non si e interrotta, ma solo modificata.

Fintanto che riusciremo a riconoscerla in queste sfumature, quella persona ci sarà sempre.

Per arrivare a questo oltre al tempo serve coraggio: per attraversare il dolore, per fermarsi quando se ne sente il bisogno, coraggio di percepire la sensazione di non farcela e andare avanti.
La comunicazione ora prende una nuova forma. Il pensiero è diretto alla persona come se fosse qui con noi.

Diventa un dialogo.

É possibile restare in comunicazione con chi non c'è più e sentire l'effetto che fa su di noi, dirigere in quella direzione ciò che avremmo detto se fosse ancora qui.

Un semplice "hai visto, ce l'ho fatta" fa capire che si sta andando verso un "ordine emotivo", un rispetto privo di risentimento per ciò che è avvenuto, un legame che la Morte non può interrompere, per far qualcosa di buono della propria vita, anche in onore di chi ci ha lasciati.


Di Emily Dardiz - Counsellor professionista e consulente di Trigesima - Il Fiore del Ricordo

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