La scrittura può curare il lutto

21-04-2022

La scrittura può curare il lutto

Nel momento del lutto, oltre alla vicinanza delle persone a noi care, possiamo fare affidamento ad uno strumento che permette di sostenersi in autonomia: la scrittura.

Esistono dei modi efficaci per gestire il dolore da soli?
Sì. Tramite la scrittura, e al potere profondamente terapeutico e curativo che questa pratica porta con sè, si trae beneficio e riequilibrio.

Qualcuno può credere che sia meglio lasciare che i pensieri fluiscano da sé e non mettere nero su bianco la sofferenza.

L’attenzione va posta non tanto sul contenuto, ma piuttosto sulla gestione di ciò che pensiamo e proviamo.

Il flusso di parole, immagini, sensazioni che scorre attraverso i pensieri, ci trasporta nel passato, nel futuro, nei “se avessi fatto così”, nei ricordi intrisi di emozioni e ciò porta ad avere molte sensazioni da smaltire.

Intanto, i pensieri sono lì che si rimescolano.
Ecco perché, in certe situazioni, è meglio scrivere.

Per comprendere l’efficacia della scrittura, basta pensare a quando si sente di avere una montagna di cose da fare, tutte urgenti, impossibili da fare entro le scadenze.
Semplicemente stilandone una lista scritta, la situazione cambia, diviene più comprensibile.

Questo perché la scrittura, grazie al suo processo, aiuta riordinare e ridimensionare, mettere il giusto grado di priorità alle cose.

In cosa aiuta questa pratica, nel lutto?

Quando la nostra realtà cambia a seguito di una perdita, e ci si ritrova in una sorta di caos indesiderato, travolgente, a volte inaspettato.

Scrivendo, si riordina questo caos, aiutando la propria visione a svuotarsi e ridimensionarsi.

Il metodo migliore è la scrittura a getto.

In un momento raccolto e indisturbato, dopo aver fatto alcuni respiri profondi ponendo l’intenzione di riconnettersi a sé, alla persona cara, al dolore, alla situazione, si scrive su un foglio tutto ciò che passa per la testa.

Dò al foglio e alla scrittura il compito di sostenere per me quel dolore, la rabbia, i rimpianti, per il tempo che può bastare fino al momento successivo, quando una nuova ondata arriverà, e e si potrà attraversare di nuovo così.

La scrittura, dunque, che da sempre ha caratterizzato il bisogno dell’uomo di lasciare un segno, ci viene in aiuto in un momento difficile come quello del distacco.

Questa volta non per donare qualcosa ai lettori, ma per essere un intimo canale di depurazione, di sfogo, uno strumento del tutto personale per aiutarsi in autonomia.


Di Emily Marie Dardiz - Counsellor professionista e consulente di Trigesima - Il Fiore del Ricordo

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