La morte cambia estetica

16-01-2023

La morte cambia estetica

Via vetrofanie e austerità; largo spazio al design, colori e materiali rassicuranti.

Lo spostamento di paradigma dalla focalizzazione quasi esclusiva sul rito all’attenzione verso i bisogni del dolente sta generando importanti cambiamenti nella progettazione degli ambienti legati all’attività funebre.

L’emergere ed il diffondersi delle case funerarie in molte regioni d’Italia, ha portato all’attenzione del settore la necessità, supportata da studi specialistici, di progettare gli spazi focalizzandosi non solo sulla funzionalità ma soprattutto sulla coniugazione di design e psicologia.

Questo significa creare, naturalmente, camere intime e raccolte per l’esposizione delle salme, ma anche dotarsi di ambienti pensati per essere utilizzati dalle famiglie ed i visitatori: aree di conversazione o ristoro e spazi di accoglienza ed informazione.
Le sale del commiato devono essere il più possibile neutre, lasciando adito a possibilità di personalizzazione temporanea secondo le esigenze del cliente ed alle diverse soluzioni che l’azienda deve saper fornire per realizzare cerimonie laiche o religiose nel rispetto della convivenza dei diversi orientamenti che caratterizzano la nostra società.

La nuova eccellenza dei servizi funerari si basa sulla distintività della propria proposta, l’erogazione di un valore aggiunto dalla forte carica emotiva rispetto ad aspetti strettamente pratici ed un’attenzione che si estende ai bisogni dei dolenti in una fase di grande criticità.
La progettazione d’interni, con il coinvolgimento di professionisti specializzati, è in grado di tradurre basilari tecniche psicologiche di supporto al lutto e di comunicare in maniera forte ed unica l’immagine e la filosofia aziendali.

Le case funerarie si sono rivelate un eccellente banco di prova per verificare come il design d’interni, in vari suoi aspetti (organizzazione e destinazione degli spazi, arredamento, decorazione, uso del colore e della simbologia etc.) abbia un impatto notevole sul vissuto dei dolenti, con l’obiettivo di migliorare la loro esperienza di un momento così difficile.

Diversa è la situazione delle agenzie di onoranze funebri che da lungo tempo continuano ad essere impostate su essenzialità e severità, con colori cupi tradizionalmente legati all’idea di lutto oppure del tutto anonimi, con spazi pensati per la trattazione del servizio tra impresario e dolenti, spesso confusi con il materiale espositivo o, peggio, quello burocratico ed amministrativo.
Le agenzie di onoranze funebri, ad oggi, propongono un’estetica uniforme, con vetrine spesso coperte da vetrofanie: un oscuramento che penalizza gravemente la comunicazione e l’immagine aziendale.
La mancata proiezione verso l’esterno perpetua l’idea che si tratti di luoghi proibiti o pericolosi, che è opportuno occultare, e nei quali ci si inoltra come ultima risorsa solo nel momento del doloroso bisogno.
Al contrario, una vetrina aperta, che consenta un’interazione a doppio senso con il contesto urbano sul quale si affaccia, rappresenta una grande occasione per presentare la specificità ed innovazione della propria offerta ed instaurare una connessione coinvolgente con i viventi, basata sulla trasparenza e l’accessibilità.

La vetrina deve piuttosto essere valorizzata per l’esposizione di prodotti che riguardino i defunti, la cura del ricordo, il supporto al lutto o di contenuti multimediali che catturino l’attenzione del passante e suscitino curiosità.
All’interno, pur non venendo meno ad un concetto di eleganza, è necessario ripensare il design e l’arredamento in modo da creare un ambiente accogliente e rassicurante, che ispiri empatia ed invogli ad entrare piuttosto che alimentare paure e repulsione.

Non comprendere quali siano le necessarie evoluzioni dell’offerta nel futuro prossimo significa rinunciare a grandi opportunità di crescita, riconoscimento od affermazione della propria realtà in un settore che risente dell’affollamento e dell’indistinguibilità, per l’utenza, delle proposte.
Non comprendere che tutto questo passa consistentemente attraverso l’estetica significa rimanere ancorati ad una concezione superata ed incapace di generare benessere per le famiglie.


Di Chiara Amelli - Tanatologa e consulente di Trigesima - Il Fiore del Ricordo

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